Urato come predittore della velocità di declino clinico nella malattia di Parkinson
Il rischio di malattia di Parkinson e la sua velocità di progressione può diminuire all’aumentare della concentrazione sanguigna di urato, un potente antiossidante.
I Ricercatori dell’Harvard School of Public Health di Boston ( Stati Uniti ), hanno condotto uno studio per determinare se le concentrazioni sieriche e cerebrospinali di urato fossero in grado di predire la progressione clinica in pazienti con malattia di Parkinson.
Sono stati analizzati 800 soggetti con malattia di Parkinson allo stadio precoce arruolati nello studio DATATOP ( Deprenyl and Tocopherol Antioxidative Therapy of Parkinsonism ).
La concentrazione di urato prima del trattamento è stata misurata nel siero di 774 soggetti e nel liquido cerebrospinale di 713.
La principale misura di esito era rappresentata dagli hazard ratio ( HR ) aggiustati ( trattamento, età e sesso ) per la disabilità clinica richiedente l’uso di Levodopa.
L’HR della progressione verso l’endpoint primario è diminuito all’aumentare delle concentrazioni sieriche di urato ( HR per il più alto vs il più basso quintile = 0.64; HR per un aumento di 1 deviazione standard = 0.82 ).
All’analisi stratificata per trattamento con alfa-Tocoferolo ( 2.000 UI/die ), è stata osservata una diminuzione dell’HR per l’endpoint primario tra i soggetti non-trattati con il farmaco ( HR per un aumento di 1 deviazione standard = 0.75; vs HR per i pazienti trattati = 0.90 ).
I risultati sono apparsi simili per la velocità di cambiamento nel punteggio alla scala UPDRS ( Unified Parkinson's Disease Rating Scale ).
Anche le concentrazioni di urato nel liquido cerebrospinale sono risultate inversamente correlate all’endpoint primario ( HR per il più alto vs il più basso quintile = 0.65; HR per un aumento di 1 deviazione standard = 0.89 ) e la velocità di cambiamento nel punteggio alla scala UPDRS.
Come per le concentrazioni sieriche di urato, queste associazioni sono risultate presenti solo tra i soggetti non-trattati con alfa-Tocoferolo.
In conclusione, concentrazioni più elevate di urato nel siero e nel liquido cerebrospinale al basale sono risultate associate a una minore velocità di declino clinico.
Queste osservazioni rafforzano il legame tra la concentrazione di urato e la malattia di Parkinson. ( Xagena2009 ) Ascherio A et al, Arch Neurol 2009; 66: 1460-1468
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